Kutubiyya كتبيــــــة

 

    
Marrakech, la Kutubiyya (foto mia)
 
    Una rubrica al cui interno si darà spazio ai libri (narrativa, poesia, etc., non esclusivamente di autori arabi o musulmani più in generale) dedicati ai mondi dell'Islām, in primis quelli arabi ma non solo.  

    A chi conosce la città marocchina di Marrakech, il nome scelto per questa rubrica suonerà senz'altro familiare: la moschea della Kutubiyya, infatti, con il suo famoso, imponente minareto, non è soltanto il più importante edificio religioso della Città Rossa, ma anche uno dei suoi simboli per eccellenza. Risalente al XII secolo, la Kutubiyya prende il suo caratteristico nome dalla radice araba ktb (كتب) che rimanda al libro e alla scrittura, perché nei suoi pressi - si ipotizza - si svolgevano i commerci dei venditori di libri ("kutub", plurale di "kitāb", libro). Nell'Islām, quello autentico, alla cultura e alla conoscenza in generale è sempre stato dato grande peso: "Dalla culla alla tomba, mettiti alla ricerca del sapere, perché chi aspira al sapere adora Dio" (Muhammad, Hadīth).

    Pertanto, perché non dare la stessa denominazione a una rubrica che si ponga come "luogo" dove, attraverso particolari pubblicazioni, provare a conoscere e a comprendere una realtà tanto complessa, variegata e affascinante come quella in questione, in modo tale che le parole possano effettivamente diventare un ponte?

 Di seguito, l'elenco via via aggiornato delle pubblicazioni recensite all'interno della rubrica (cliccare sui titoli dei libri).

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  • Partire di Tahar Ben Jelloun, traduzione di A. M. Lorusso, Bompiani, 2008; (Marocco)
  • La sposa yemenita di Laura Silvia Battaglia e Paola Cannatella, BeccoGiallo Editore, 2017; (Yemen)
  • Undici Pianeti di Mahmud Darwish, a cura e traduzione di Silvia Moresi, Editoriale Jouvence, 2018; (Palestina)
  • Gaza. Restiamo umani di Vittorio Arrigoni, con postfazione di Ilan Pappe, Manifestolibri, 2011; (Palestina)

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