RUBRICA "KUTUBIYYA": "LA SPOSA YEMENITA" - UN LIBRO A FUMETTI OLTRE LE FRONTIERE DEL PREGIUDIZIO (e un omaggio poetico)
La sposa yemenita di Laura Silvia Battaglia e Paola Cannatella, BeccoGiallo Editore, 2017 - pagine 128 (a colori), ISBN 9788899016364, € 16,00
Al seguente link, sul sito della casa editrice, la pagina dedicata all'opera: https://www.beccogiallo.it/prodotto/la-sposa-yemenita/
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Bandiera yemenita |
Da sempre terra di estrema povertà, ma ricca di fascino e profonde contraddizioni, essa continua a essere vittima di una guerra per lo più dimenticata - soprattutto adesso che i riflettori internazionali sono puntati verso l'Ucraina - che prosegue nel più totale disinteresse da parte dei media e dell'Occidente in generale.
Laura Silvia Battaglia è una reporter, nonché conduttrice radiofonica su Rai Radio3 (per ascoltarla: Radio3 Mondo), la quale conosce bene il Paese in questione; il suo racconto, dunque, prende le mosse da un vivere quotidiano sul posto che, come spesso accade, porta a una conoscenza senza filtri di persone e realtà socio-economiche che altrimenti difficilmente si potrebbe avere. E vedere qualcosa con i propri occhi, si sa, aiuta a comprendere meglio, a mutare prospettiva e a spazzar via quei pregiudizi sulla cui base, purtroppo, si finisce troppo spesso per ragionare.
Sono tanti gli episodi che l'autrice documenta attraverso le incisive tavole della Cannatella: da una sorprendente festa di nozze (della durata di ben tre giorni, durante i quali donne e uomini festeggiano rigorosamente separati) alle pacate e preziose conversazioni su questioni teologiche con lo sheikh* di una importante moschea locale, dalla vexata quaestio del ruolo della donna nella società islamica al problema dei bambini yemeniti trafficati e trafficanti** al confine con l'Arabia Saudiana, dal dramma dei bombardamenti dei droni, che oltre ai bersagli ricercati dalla CIA colpiscono di frequente anche gli innocenti, a quello degli attentati terroristici che mietono numerose vittime persino negli stessi stati musulmani; non a caso, colpisce in modo particolare lo scenario di morte ritratto nelle pagine dedicate proprio agli attacchi suicidi, dove, tra sangue nero impresso sull'asfalto e odore di carne bruciata, decine di scarpe spaiate testimoniano la voragine della follia umana inducendo a riflettere che “la vita è un cammino in cui, a un certo punto, qualcuno può vietarti di calzare le scarpe”.
Sullo sfondo, affascinante e misteriosa, la capitale Sana'a, quella “Venezia selvaggia sulla polvere” che tanto sedusse il nostro Pier Paolo Pasolini, con la magia senza tempo della sua architettura straordinaria, delle vie della sua città vecchia annoverata tra i monumenti patrimonio mondiale dell'Unesco, delle voci dei muezzìn intrecciate nell'adhān*** che, dall'alto dei minareti delle moschee, si ripete cinque volte al giorno. Per quanto mi riguarda, non sono mai stata nello Yemen, ma mi sono comunque ritrovata nelle percezioni e descrizioni della Battaglia ripensando ai miei periodi trascorsi qua e là nel Vicino Oriente poiché certe atmosfere, come quelle create da una sorta di canto che si spande dalle moschee, sono destinate, come un'esperienza mistica, a restare impresse nel cuore.
Un bellissimo libro per davvero, un reportage a fumetti denso di umanità ed emozioni. Un invito a superare, e possibilmente ad abbattere, le tristi barriere imposte da stereotipi, pregiudizi e paure che complicano inutilmente l'esistenza compromettendo, ahinoi!, la pace e la reciproca conoscenza tra i popoli.Per concludere il discorso sullo Yemen, al di là del volume sopra proposto, riporto la mia poesia intitolata Non fa rumore il pianto d'un bambino, tratta dalla omonima raccolta (Edizioni Migr-Azioni, 2020) pubblicata a seguito del primo posto assegnato proprio a quel testo nell'ambito della III edizione del Premio Internazionale "I versi non scritti..." di Teverola (CE), sez. poesia in lingua italiana.
Una poesia, premiata pure in altri concorsi letterari, che ho composto nel 2018 e dedicato al dramma dimenticato dello Yemen e del suo popolo. Si auspica che possa giungere la pace, per tutti quanti.
Laura Vargiu
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