RUBRICA "BEI MONDSCHEIN": IN RICORDO DELLA TRADUTTRICE HELGA ELMQVIST A OTTANT'ANNI DALLA STRAGE DI CIVITELLA IN VAL DI CHIANA

Bei Mondschein 🌙
Letteratura tedesca al chiaro di luna

 a cura di Anna Maria Ferrari

 
Helga Elmqvist, fonte immagine: "ArezzoNotizie" 
Il contributo di oggi, 29 giugno 2024, fonde insieme storia, letteratura e traduzione. E lo fa ricordando la strage nazista di Civitella in Val di Chiana, in Toscana, e delle frazioni vicine di Cornia e San Pancrazio, avvenuta ottant'anni fa esatti.  

È il 18 giugno 1944 quando alcuni uomini della formazione antifascista Renzino tendono un agguato a dei soldati tedeschi nel dopolavoro di Civitella, con l’obiettivo di disarmarli. Nell’azione muoiono due soldati e uno resta ferito. Ma la rappresaglia non è immediata e il 20 giugno la Renzino tende un altro agguato presso Cornia e San Pancrazio dove, dopo un’aspra battaglia, vengono uccisi sette o otto tedeschi. Nei giorni seguenti regna una calma irreale e molti, tra gli uomini che si erano dati alla fuga per paura di una rappresaglia, tornano alle loro case. Ormai nessuno più si aspetta un’azione dei tedeschi e quel 29 giugno Civitella è un paese affollato per i festeggiamenti dei SS. Pietro e Paolo.

Ma la macchina nazista si è messa in moto già dal mattino presto e rastrella la popolazione lungo la strada in direzione di Civitella, senza risparmiare i bambini, stuprando le donne e appiccando il fuoco alle case. A Civitella i tedeschi radunano la popolazione sulla piazza della chiesa e gli uomini vengono portati sul retro della scuola e uccisi con un colpo di pistola alla nuca. Le vittime sono 244. Tra loro ci sono l’artista e traduttrice svedese Helga Elmqvist e suo marito, il cagliaritano Giovanni Cau. A loro dedichiamo il ricordo di oggi.  
 

I coniugi Cau, fonte immagine: "ArezzoNotizie"
 
Helga nasce a Stoccolma nel 1902 da padre svedese, lo scultore Hugo Elmqvist, e da madre tedesca, l’artista Erna Wichmann. Negli anni Venti Helga vive con la sorella Idina a Firenze dove eseguono bellissime silhouette in carta nera, definite “ricami in punta di forbice”.  
Nel capoluogo toscano conosce Giovanni Cau (1892), professore di scienze naturali agli Scolopi di Firenze e autore di testi scolastici e di biografie di scienziati. I due si sposano nel 1928 ed è tramite Helga, fine illustratrice e traduttrice, che Giovanni conosce le saghe e le leggende nordiche. Moglie e marito danno così vita a un sodalizio sardo-svedese e scrivono e illustrano diversi libri per bambini, come “I Troll”, pubblicato nel 1929 dalla casa editrice romana Optima e la fiaba “Micione”, pubblicata dall’editore milanese Hoepli. 
 

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Per sfuggire ai combattimenti della guerra, Helga, Giovanni e i tre figli lasciano Firenze e vanno a vivere nella loro casa di campagna di Gebbia. Dal momento che Helga conosce sette lingue, viene spesso utilizzata come interprete sia dai tedeschi sia dai partigiani, e proprio per questo motivo sospettata soprattutto dai nazisti di essere una spia. A Gebbia vengono dapprima arrestati e condotti a Villa Carletti, dove si tengono gli interrogatori, e poi assassinati il 2 luglio. Il capitano Heinz Barz sa benissimo che Helga, in quanto cittadina svedese, dovrebbe godere dell’immunità in base agli accordi tra Svezia e Germania, ma ordina di fucilarli ugualmente e fa nascondere i corpi sotto la sabbia della Fornace Focardi presso Monte San Savino, dove vengono ritrovati per caso nel 1950 e riconosciuti dai parenti. Per approfondire la loro storia suggerisco la visione del breve ma esaustivo video "L’ingiustizia assoluta", arricchito dalle immagini dei bellissimi lavori artistici di Helga. 

 

Fonte immagine: Wikipedia



Ma oltre a voler ricordare Helga come una delle vittime della furia nazista, desidero presentarla anche nella veste di traduttrice, e di un autore in particolare per il quale anch’io nutro un vivo interesse, ovvero Ludwig Bechstein.

Nato a Weimar nel 1801, Bechstein è stato un letterato e bibliotecario di corte a Meiningen, in Turingia, dove morì nel 1860. Contemporaneo dei fratelli Grimm, anche lui si dedicò alla raccolta di fiabe, saghe e leggende secondo lo spirito dell’epoca. In Germania è un autore amatissimo e generazioni di bimbi tedeschi sono cresciute con le sue fiabe. In Italia è stato molto tradotto tra l’inizio e fino a oltre la prima metà del Novecento, soprattutto nella serie delle fiabe sonore della Fabbri e nelle edizioni Paoline. La traduzione che ne fece Helga è un’edizione in volume, intitolata "Il Libro delle Fiabe", pubblicata nel 1932 dall’editore Barion di Sesto San Giovanni. Oggi il volume è conservato nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze, la Biblioteca nazionale Braidense di Milano, la Biblioteca universitaria Alessandrina di Roma e poche altre. Si anticipa che Ludwig Bechstein, importante nome della letteratura tedesca, sarà oggetto di approfondimento in un prossimo articolo di questa rubrica.

 

Cippo commemorativo, fonte immagine: Resistenza Toscana

Purtroppo non ho potuto consultare la traduzione di Helga, quindi non posso dire qualcosa di preciso sul suo stile e sulle rese traduttive che fece per restituire la scrittura di Bechstein, sempre così musicale e vivace, ma sono felice di dedicare questo spazio a lei e al marito Giovanni per tenerne vivo il ricordo a ottant'anni dall’uccisione.

Dietro i numeri delle vittime delle stragi, di qualunque strage, di qualunque epoca, vi sono sempre nomi, volti, vite.


Testo © Anna Maria Ferrari

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Sitografia:

https://www.regione.toscana.it/-/comune-di-civitella-in-val-di-chiana-ar-

https://www.archiviodellamemoriacivitellavaldichiana.it/

https://www.lavaldichiana.it/renzino-resistenza-foiano/

https://amerblog.wordpress.com/2010/02/16/due-vite-stroncate/

https://www.firenzedintorni.it/it/nia-cau-94enne-salva-a-civitella.html

https://www.ltit.it/scheda/edizione/il-libro-delle-fiabe-ludwig-bechstein__998

https://www.youtube.com/watch?v=X-pIT2AcV6g

Inoltre, la foto dei coniugi Cau è tratta dal plurisettimanale tematico "ArezzoNotizie";

la foto del cippo commemorativo è di Giovanni Baldini, tratta da "Resistenza Toscana";

la foto di Micione è tratta dal sito www.finarte.it;

la foto di Un bacio in aria è tratta dal sito www.gonnelli.it.

Un ringraziamento a tutte le fonti.


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