"L'OSCURA CONTRODANZA" DI CRISTINA SPARAGANA

Il 1° novembre del 1957 è nata a Roma la poetessa Cristina Sparagana, molto nota e apprezzata anche per la sua attività di traduttrice di autori latino-americani.   

Un nome affermato, il suo, con diversi, importanti  lavori all'attivo (in rete è possibile trovare accurate note biobibliografiche), tra cui L'oscura controdanza, raccolta pubblicata nel 2016 dalla casa editrice cilentana L'ArgoLibro nella collana "La Piuma del Poeta". 

Un'opera di altissimo livello che ho avuto modo di leggere la prima volta poco dopo la sua uscita e che ho ripreso in mano nelle scorse settimane. Colgo così l'occasione per riproporre ora qualche annotazione scritta già all'epoca e, anzitutto, condividere uno fra i quasi cinquanta testi facenti parte di questo ottimo libro che invito a cercare e a leggere.

Un cane piange

E di nuovo quel cane, egro, remoto.
La testa, lumine di sepolture,
gli è rimasta sospesa sulla gola.
La voce che rammenta il fiato greve 
di una fradicia sacca di zampogna
è invisibile e quasi silenziosa,
perché a udirla è rimasto solo il cuore.
La notte ci ha lasciato la sua rogna paga
di urlare, paga di sopire
un granaio di spettri insonnoliti.
Se i cani cinguettassero, quel cane
cinguetterebbe delicatamente 
e sarebbe imbeccato dal dolore.
Ma il suo ramo si spezza, ecco, va a fuoco
in un cedro di paglia, basso, roco. 
 
(Cristina Sparagana, pag. 16)
 
È una lettura fuori dall’ordinario, quella che regala la raccolta di Cristina Sparagana. Tra le sue pagine palpita una poesia non sempre di facile comprensione, ma seducentemente criptica, meravigliosamente ricca d’immagini, colori, emozioni; una scrittura esigente che chiede di soffermarsi sulle parole e che, a una rilettura più attenta, dischiude infine generosa la sua essenza. 

Ed ecco, quindi, affiorare affetti e legami familiari, ricordi, quotidianità che intrecciano gioie, ansietà, pacate inquietudini dell’anima, silenzi cupi e solenni che, pur nascosti, non tacciono, mentre la lontananza, non sempre vissuta in termini soltanto geografici, si consuma a poco a poco in attese impazienti, ma rassegnate, che si dissolvono al calore di un ritorno.

“Il tuo cupo silenzio, dolce tarlo che si/ rintana, sera dopo sera, nell’arco roseo del tuo sopracciglio./ Ti parlo, e sul tuo labbro esita un giglio/ che subito appassisce nella grande/ terracotta di un piccolo tramonto.”  (da Silenzio, pag. 39)

Colpiscono gli splendidi, azzardati accostamenti verbali, che danno vita a giochi trasognati di tenebra e luce, un intenso poetare che affastella sapientemente le parole. E stupisce l’assonanza che si annida ritmica e inaspettata tra i versi che, d’improvviso, sanno farsi volo di rondini, fulvo manto di volpi o solitario cuore di tartaruga.

“A volte sogno i tuoi capelli sparsi/ brulli come di noce, e vorrei entrare/ nel vento della tua scriminatura, […]”  (da Chicchi, pag. 35)

“Verrà presto la notte e la sua insonnia,/ un prato bianco, balzo di cipressi/ che ha chiuso fra i guanciali i suoi colori.”  (da L’ora del lupo, pag. 45)

“La grave tartaruga siciliana/ il suo guscio presbiotico, ampio, ovale,/ le liquide escrescenze delle zampe,/ è laggiù che ti aspetta, l’oltremare/ sull’enorme inudibile parola. […]”  (da Un viaggio, pag. 51)

Un lavoro, dunque, più che meritevole d'attenzione che sa di buona editoria e si spera possa avere una diffusione ancora maggiore.

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Cristina Sparagana, L'oscura controdanza, prefazione di Paolo Carlucci, L'ArgoLibro Editore, 2016 - pagine 72, ISBN 978-88-98558-79-7, Euro 12,00. 

Questo libro può essere ordinato scrivendo direttamente alla casa editrice:

sito web:   https://largolibro.blogspot.com/

e-mail:    largolibro@gmail.com 

Qui la pagina dedicata alla pubblicazione sul blog de L'ArgoLibro.

Qui, invece, è possibile visionare il catalogo aggiornato.

Laura Vargiu


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