Oltre a quello della statunitense Anne Sexton (riguardo a cui avevo scritto qui lo scorso mese di ottobre), quest'anno ricorreva il cinquantesimo anniversario della morte anche di un'altra importante poetessa del continente americano: Eunice Odio. Il suo è un nome che oggi, in Italia, si rivela senz'altro meno conosciuto rispetto ad altri, ma in ambito latinoamericano si era notevolmente affermato a seguito di una intensa attività culturale che, tuttavia, si concluse tra profonde amarezze e immensa solitudine. Nata in Costa Rica nel 1919, dopo aver a lungo viaggiato tra Centro e Nord America, la Odio si stabilì infine in Messico nel 1955 prendendone la cittadinanza sette anni più tardi; si spense nella capitale messicana: era il 23 marzo del 1974. Diverse le raccolte poetiche da lei lasciate, tra cui una (Territorio del alba y otros poemas) uscita postuma lo stesso anno della morte.
Nel 2009, a questo talento letterario in parte ormai dimenticato, le Edizioni Via del Vento hanno dedicato Questo è il bosco e altre poesie, volumetto n° 38 della splendida collana «Acquamarina», a cura e traduzione dalla lingua spagnola di Tomaso Pieragnolo che, nella sua coinvolgente postfazione, cita un bellissimo passaggio tratto da una delle lettere della poetessa: «Se mi dicessero di scegliere tra l'appartenere ai poderosi della terra e l'appartenere a quelli che possono dar vita a una nuova parola, non vacillerei nemmeno un momento. E se mi dicessero che mi danno una grande poesia in cambio della miseria, ma solo una grande poesia, scelgo quest'ultima [...]. Così è stato da quando ho capito che la poesia non era per me solo una propensione, ma un destino implacabile». Parole che, a distanza di cinque lunghi decenni dalla sua scomparsa, avvenuta in totale solitudine domestica, aiutano a valutare meglio questa figura di donna troppo avanti per il proprio tempo e dall'esistenza piuttosto tribolata.
Come sottolineato dal curatore, partendo da una prima produzione più tradizionale la Odio giunse a una scrittura caratterizzata da un ermetismo di difficile comprensione, sino a comporre "una poesia più incorporea e concettuale, distaccata e di più ampia estensione".
Da questa breve ma significativa pubblicazione, per
ricordare Eunice Odio, riportiamo la poesia intitolata Ricordo della mia infanzia privata, tra i migliori testi insieme a quello da cui prende il titolo la raccolta stessa:
Sono porte che lungo l'anima mi colpiscono.
Non parlarmi di queste porte, amico, non parlarmene;
perché conosco i loro cardini coronati d'ira,
le loro spranghe limate dal cielo,
la loro tacita insonnia nelle notti più alte
in cui qualche volta passò il nostro amato
come l'anima che attraverso il grido fino all'osso duole
con tremore di pesanti membra oscure e proibite.
Sono passata a tutte le ore
attraverso queste porte umide che si chiudono, si aprono,
e ho riso scuotendo le spalle
sentendo i loro profondi legnami alterati,
perché passava un bimbo corale tra i pannolini
come fiume di cigno senza contorno.
Ma ricordo anche, nella mia infanzia,
in un segreto aprile con abitanti,
con oceani,
con alberi,
una porta d'azzurra falegnameria
dove alcune volte cominciava mia madre,
iniziavano le sue labbra,
le sue braccia che dividevano le onde,
la sua voce in cui entrava la sera
e appena le mie due gambe che correvano
disordinando l'aria.
Ora la ricordo
con le mie belligeranze infantili,
porta di pietre giovani;
mia madre
con i suoi passi di vitella boreale, attraversandola,
si incorporava alla settimana
cingendosi il profilo,
la treccia,
la memoria,
la cintura in maceria di colomba
e mi cercava
tra gli abitanti di questo aprile
con oceani,
con alberi,
ed io correvo,
correvo,
con le mie gambe di bimba
per essere trovata
con la voce
nella sera.
Di seguito il link che rimanda alla scheda della raccolta sul sito delle Edizioni Via del Vento: https://www.viadelvento.it/catalogo/scheda.php?libro=179
Per aprire invece l'intera lista dei titoli della collana di
poesia «Acquamarina» cliccare qui. Si ricorda che, sebbene tale collana sia nel frattempo cessata, a partire dalla fine del 2021 l'editore Fabrizio Zollo ha provveduto a pubblicare una seconda edizione, ampliata, di sei volumetti (per maggiori informazioni cliccare su ogni singolo titolo, o si faccia una ricerca nell'archivio di questo blog):
Poeta Nero di Antonin Artaud, a cura e traduzione di Pasquale Di Palmo (n° 10);
La luna e il tasso di Sylvia Plath, a cura e traduzione di Piera Mattei (n° 42);
È flebile la mia voce di Anna Achmatova, a cura e traduzione di Paolo Galvagni (n° 46);
La luna di Edith
Södergran, a cura e traduzione di Daniela Marcheschi (n° 1);
Sarà estate di Emily Dickinson, a cura e traduzione di Piera Mattei (n° 22);
Una come lei di Anne Sexton, a cura e traduzione di Marina de Carneri (n° 41).
In vista delle prossime festività di fine anno, una o più copie di queste nuove edizioni (ma anche di tutti gli altri titoli in catalogo) potrebbero essere un ottimo e prezioso dono da fare a se stessi e a chiunque ami la poesia. 🌸
Eunice Odio, Questo è il bosco e altre poesie (volumetto n° 38 collana «Acquamarina»), a cura e traduzione di Tomaso Pieragnolo, Edizioni Via
del Vento, 2009 - pagine 36, ISBN 9788862260275, Euro 4,00
È possibile acquistare questo volumetto, così come tutti quelli ancora disponibili in catalogo, sia ordinandolo attraverso le librerie (tradizionali e online) sia contattando direttamente la casa editrice
sito
web: http://www.viadelvento.it/
e-mail: info@viadelvento.it
pagina Facebook: https://www.facebook.com/viadelvento/?locale=it_IT
Per leggere la scheda biobibliografica relativa al curatore della pubblicazione, il poeta e traduttore di poesia latinoamericana Tomaso Pieragnolo, cliccare qui.
Laura Vargiu
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