"MUOR GIOVANE COLUI CH'AL CIELO È CARO": IN RICORDO DEL POETA GEORG HEYM
Una fine prematura e tragica che riporta mestamente alla mente la ben nota citazione di classica memoria, secondo cui viene a mancare anzitempo colui che gli dei amano. Dalla sua fotografia in bianco e nero di ormai oltre un secolo fa, il giovane, promettente poeta ci rivolge uno sguardo profondo dal silenzio insondabile e sembra volerci interrogare, al pari dei morti del suo componimento intitolato La Morgue, sul destino del dopo:
Nell'anniversario della scomparsa, ricordiamo Georg Heym, nativo della Slesia e poi trasferitosi con la famiglia nella capitale Berlino, attraverso le pagine di uno splendida raccolta pubblicata sul finire del 2011 dalle Edizioni Via del Vento all'interno della collana poetica «Acquamarina».
Curato da Claudia Ciardi, alla quale dobbiamo una traduzione dal tedesco come di consueto impeccabile e molto coinvolgente, Ci invitarono i cortili è un volumetto che già a una prima lettura appare di notevole pregio; esso racchiude una selezione, tra nuove traduzioni e qualche inedito, di una ventina di liriche di straordinaria bellezza tratte da diverse raccolte, tra cui alcune postume.
Versi pregni di inquietudine e fascino, e forse anche di oscuri presagi, quelli di Heym, nei quali la presenza della morte, impietosa, si fa strada su scenari sia urbani che naturali. Lungi dall'essere una presenza notturna romantica e rassicurante, la luna stessa, che "Di sangue ha già fame" e mostra la schiena storta di un vegliardo, ha in sé qualcosa di gelido e sepolcrale; i cieli, sotto cui pena un'umanità che già si confonde con schiere di poveri trapassati senza nome, sono grevi di "nubi perenni", smorte e livide, dalle quali scende una pioggia di piombo; il silenzio impregna ogni cosa, anche là dove - come recita una delle poesie più significative di questa raccolta - "un attimo prima le giostre ronzavano" tra la musica e il vociare della folla. La scrittura di Heym, dunque, si adorna di ombre e tinte crepuscolari creando, come fa notare la bravissima curatrice nella sua attenta postfazione, "atmosfere comuni ai quadri di Caspar David Friedrich".
Voce assai importante dell'espressionismo tedesco, quello dello sfortunato ragazzo può essere annoverato tra i grandi nomi della poesia a livello internazionale, nonostante la giovane età alla quale si è fermata per sempre la sua vita. Chissà quali nuove vette la penna heymiana avrebbe potuto toccare, se un destino tanto atroce e beffardo non fosse sopraggiunto a interrompere un cammino poetico già di per sé particolarmente intenso e di altissima qualità! Ma, purtroppo, nelle gelide acque dell'Havel di inizio 1912 tutto fu all'improvviso silenzio, mentre "il tempo cade, come foglie nel fango".
Un vero peccato che le pubblicazioni della collana di poesia «Acquamarina» siano cessate da anni, poiché la casa editrice di Fabrizio Zollo ha avuto e continua ad avere il merito di portare all'attenzione dei lettori italiani autori, come nel caso di Georg Heym, di assoluto rilievo seppur ancora poco noti, se non del tutto sconosciuti nel nostro Paese. Libri di piccolo formato, quelli di Via del Vento, tuttavia sempre grandissimi per il loro contenuto.
Letture video: "I battelli sull'Havel" (pag. 21); "Il bosco" (pag. 24)
Georg Heym, Ci invitarono i cortili, a cura e traduzione di Claudia Ciardi, volumetto n° 45 collana «Acquamarina», Edizioni Via del Vento, 2022 - pagine 36, ISBN 978- 88-6226-056-5, Euro 4,00.
Il volumetto, così come tanti altri titoli, è fortunatamente ancora disponibile in catalogo e può anche essere ordinato direttamente alla casa editrice:
sito web: http://www.viadelvento.it/
e-mail: info@viadelvento.it
Per aprire la pagina dedicata alla pubblicazione, sul sito delle Edizioni Via del Vento, cliccare qui .
Per leggere la nota biobibliografica relativa a Claudia Ciardi, curatrice e traduttrice di questo e numerosi altri meravigliosi volumetti non solo della collana «Acquamarina», si rimanda invece al seguente link:
http://www.viadelvento.it/chisiamo/autore.php?id=81
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