IN RICORDO DI LUC DIETRIC: TRA LE PAGINE PIÙ STRUGGENTI DI UNA VITA TRAVAGLIATA

 

Luc Dietrich (fonte: www.viadelvento.it)

Il 12 agosto del 1944, sullo sfondo di una Parigi insanguinata dalle esplosioni del secondo conflitto mondiale, moriva lo scrittore Luc Dietrich, nato a Digione nel marzo di soli trentuno anni prima. 
Quello di Dietrich resta in Italia un nome ancora semisconosciuto al pubblico di lettori, sebbene in tempi recenti siano stati tradotti nel nostro Paese alcuni suoi  importanti lavori.

 Lo scorso mese di aprile le Edizioni Via del Vento hanno pubblicato, nella collana «Ocra Gialla», una serie di prose inedite dello sfortunato autore francese, la cui esistenza fu costellata da esperienze molto difficili e dolorose, come addirittura un tentativo di suicidio. Al volumetto La pagina più bella, edito appunto dalla casa editrice pistoiese guidata da Fabrizio Zollo, nonché curato e tradotto da Stefano Serri, si era già dato spazio all’interno di questo blog; qui è possibile leggere la segnalazione di poco meno di due mesi fa, alla quale si rimanda.

Stavolta, in occasione dell’anniversario della morte, ricordiamo Dietrich attraverso una di queste prose mai comparse prima in lingua italiana, la maggior parte delle quali proviene dal postumo Le livre des rêves. Tra quelli raccolti nel volumetto, si tratta di uno dei brani più brevi – e, a mio parere, particolarmente significativi – al quale è stato attribuito il titolo redazionale di [Festa], la cui scrittura risale al 1931. Esso, come del resto molti altri passi dell’opera, rievoca con sentito rimpianto la figura materna venuta a mancare troppo presto.

(pag. 28)

Orfano di padre ferito mortalmente nella grande guerra, il piccolo Luc aveva una madre infermiera tossicodipendente da cui, a un certo punto, si ritrovò separato. Nei suoi scritti l’infanzia rivive con le proprie note dolorose, i vuoti incolmabili, le attese infinite, in una prosa a tratti lirica, onirica e tormentata, dal sapore chiaramente autobiografico, che rincorre i “piccoli passi frettolosi” di una madre divenuta, infine, per sempre irraggiungibile.

Come esorta Serri nella sua interessante ed entusiastica postfazione, “vale la pena, riscoprire Dietrich”, entrare con rispettosa attenzione nelle sue ferite aperte mai rimarginate, condividerne l'intimo e sommesso dolore sino a trovare così non una sola, ma innumerevoli pagine di affascinante, struggente bellezza.

Luc Dietrich, La pagina più bella e altre prose inedite, a cura e traduzione di Stefano Serri, volumetto n° 88 collana «Ocra Gialla», Edizioni Via del Vento, 2023 - pagine 48, ISBN 9788862261296, Euro 4,00. 

Questo volumetto, così come tutti quelli ancora disponibili in catalogo, può essere ordinato attraverso le librerie oppure scrivendo direttamente alla casa editrice:

sito web:   http://www.viadelvento.it/ 

e-mail:   info@viadelvento.it

Qui la pagina dedicata alla pubblicazione sul sito delle Edizioni Via del Vento.

Qui, invece, la nota biobibliografica di Stefano Serri, curatore e traduttore dell'opera, che per queste stesse Edizioni si è occupato, sempre con viva passione e risultato impeccabile,  anche di altri grandi nomi della letteratura francese (Jean Giraudoux, Marguerite Burnat-Provins, André Gide e Charles-Louis Philippe).

Laura Vargiu

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