ADDIO AL POETA GIAN FRANCO MAGENTA

 

È di questi giorni la tristissima notizia della scomparsa del poeta Gian Franco Magenta, classe 1932, che aveva spento le sue novanta candeline lo scorso mese di maggio. 

Avendo avuto l’onore e il piacere di conoscerlo di persona già anni fa, desidero ricordarlo con un pensiero affettuoso anche all’interno di questo blog.

Nato e vissuto a Lomello, in provincia di Pavia, Gian Franco, con i suoi studi classici e una laurea in giurisprudenza, è stato da sempre un grande appassionato non soltanto di letteratura, ma anche di storia. Sue, a partire dagli anni Novanta, alcune pubblicazioni di carattere appunto storico a livello locale, tra cui un paio firmate insieme alla moglie Tina (alla quale va ora il nostro più forte abbraccio), mentre è del 1981 la prima uscita, con le Edizioni Virgilio di Milano della raccolta poetica dal titolo Ultimo Viandante, ripubblicata nel 2019 dalla casa editrice L’ArgoLibro di Agropoli.

Proprio attraverso i suoi amati versi possiamo rendergli un piccolo, sentito e doveroso omaggio.

Come già ebbi modo di sottolineare nella mia postfazione al libro nell'edizione più recente, la sua è una scrittura carica di suoni, colori e profumi della natura, nella quale lui cercava sempre rifugio recando con sé gli affanni e le inquietudini che la vita non manca di infliggere.

Gian Franco, nella propria immediatezza comunicativa, cantava l’amore anche per la propria terra d’origine e nelle sue liriche, composte dagli anni Sessanta in avanti, non si tarderà a riconoscere i paesaggi a lui tanto cari.  

È bello ricordarlo con le significative parole della sua poesia, datata 19 gennaio 1968, che dà il titolo all’intera raccolta e che in questa circostanza, forse ancora più di tutte le altre, trasmette un maggior senso di distacco e di perdita:

Ultimo viandante   

Mentre il sole sembra sciogliere l’inverno
c’è chi cammina curvo, affaticato, 
il gesto meccanico della mano, 
di chi è abituato a chiedere, a bussare; 
si dimena nell’ampio mantello, 
par quasi buffo nel suo lento andare; 
riceve, ringrazia, si allontana, 
a volte parla con voce irreale, 
ma non può comunicare. 
Solo da tanti anni, fra tanta gente, 
che a lui non può più parlare, 
lontano nel tempo, dagli uomini, 
che chiedono il perché di sì randagio andare. 
Chi chiedeva un tempo, ora non c’è più; 
il peregrinar di porta in porta 
si è fatto sempre più raro; 
solo qualcuno arranca, stanco, 
sempre più solo sulla strada, 
mentre la vita vien meno, 
mentre il cammino si fa più fatale, 
inconscio, nobile avanzo 
di una libera povertà, senza uguale.

Gian Franco Magenta
 

Già, “la vita vien meno, […] il cammino si fa più fatale” e tutto sembra perdersi in un doloroso addio. Quello a Gian Franco avrà luogo domani, sabato 12 novembre alle ore 14:30, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore nel cuore della sua Lomello.

Ci restano i suoi libri e il suo profondo sentire in versi, nonché - come ben sa chiunque lo abbia conosciuto - il ricordo del suo bellissimo sorriso che non dimenticheremo!

 

Laura Vargiu


Le immagini dell'autore qui riportate sono state tratte dai profili Facebook di Gian Franco e Tina Magenta.

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