RUBRICA "KUTUBIYYA": "LA CAVERNA DI ALÌ BABÀ. L'IRAN GIORNO PER GIORNO"
“Soltanto la conoscenza ci dà modo di estendere il nostro amore oltre i confini del noto e per conoscere è necessario saper ascoltare.”
Dal momento che la Repubblica Islamica dell'Iran continua a essere scossa dalle proteste di piazza, nonché dalle violenze del regime al potere, anche il nuovo appuntamento con la nostra rubrica "Kutubiyya", così come il precedente (che può essere letto qui), viene dedicato a un altro testo su questo Paese: La caverna di Alì Babà. L'Iran giorno per giorno della scrittrice e viaggiatrice catalana Ana María Briongos (Barcellona, 1946).
Pubblicato in Italia diversi anni fa dalla casa editrice torinese EDT (la stessa che traduce e pubblica le ben note guide Lonely Planet), il libro - bellissimo! - racconta un’esperienza di viaggio e soggiorno appunto in terra persiana, luogo per i più insolito che in genere si conosce soltanto per l’oscurantismo dei suoi āyatollāh* col turbante alla Khomeini, il nero del chador** imposto alle donne e le forche penzolanti dalle gru a cui si rischia di essere appesi anche solo per omosessualità.
Ebbene, dimentichiamo per un attimo tutto questo, così come le folle urlanti dei fondamentalisti ostili all’Occidente in generale, e all’America in particolare, e lasciamoci guidare alla scoperta di un Paese davvero sorprendente e affascinante.
Il viaggio della Briongos, la quale oltretutto studiò all’università di Teheran già prima della Rivoluzione del ’79, ci conduce di preciso a Isfahan, splendente città dell’Iran centrale, ricca di cupole turchesi, maioliche, arabeschi, viali alberati e giardini incantevoli; laggiù, l’autrice fu ospite per qualche tempo di una famiglia locale, vivendo tra i suoi componenti e come loro, frequentando luoghi pubblici e privati, allacciando legami di reciproco rispetto e amicizia con tante persone. Naturalmente, l’ottima conoscenza della lingua del posto, il farsi***, l’avvantaggiò moltissimo nell’indagare a fondo la società iraniana che si rivela particolarmente cordiale e accogliente.
La Briongos non nasconde il suo grande amore verso questo Paese musulmano sciita e il suo popolo, ma ciò non le impedisce di puntare il dito contro le troppe cose che non vanno a causa del regime teocratico e le infinite contraddizioni della società, costretta a piazzare di nascosto antenne paraboliche e a organizzare, altrettanto segretamente, feste tra ragazze e ragazzi abbigliati all’occidentale. Dall’epoca di Khomeini tanto è cambiato; tuttavia, la strada delle riforme è ancora lunga, spesso ostruita da limitazioni in mezzo a cui la gente è stanca di vivere e infatti le proteste di questi ultimi mesi lo dimostrano ampiamente.
Ai seguenti link, la pagina dedicata al libro sul sito dell'editore e il blog personale dell'autrice:
Laura Vargiu
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Note:
**** Bazar: termine di origine persiana e oggi diffuso ovunque; è l’equivalente
dell’arabo sūq. Entrambe le parole indicano, in generale, l’area del mercato, luogo per eccellenza destinato agli scambi e sin dalle origini
caratterizzante gli insediamenti urbani dal Maghreb fino all’Afghanistan.
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